S
an Giovanni di Dio
1495-1550
Fondatore a Granada
dell’Ordine dei Fatebenefratelli, specializzato
nella cura dei malati, beneficò sin dagli inizi
della sua missione dell’aiuto dell’Arcangelo
Raffaele che gli apparve per annunciargli:
«Giovanni, sono l’Arcangelo Raffaele,
inviato da Dio per assisterti nel tuo lavoro
caritatevole. Il Signore mi ha affidato la
custodia della tua persona e di tutti coloro
che con te serviranno il Signore. Io terrò
un conto fedele delle tue azioni e delle
beneficenze che ti verranno fatte. Ho la
missione di proteggere tutti coloro che
favoriscono le tue opere di carità». Sotto tale
auspicio, l’opera non poteva che prosperare,
e l’Angelo se ne occupava continuamente.
era molto sorpreso a quella vista, gli apparve
l’Arcangelo che gli disse: «Fratello mio, tutti
noi è come se appartenessimo ad un solo
Ordine, ecco perché mi sono mostrato a
loro vestito come te. Nel tuo Ordine ci sono
degli uomini che sono simili agli Angeli.
Prendi questo pane che il Cielo ti invia!».
La conversione di San Giovanni risale
al 1539, giorno della festa di San Sebastiano
Martire. In quel giorno predicava in città il
Beato Giovanni d’Avila. Giovanni fu talmente
Gomez Moreno, San
Giovanni di Dio salva gli
ammalati dall’ incendio
Una volta, quando Giovanni percorreva le
strade di Granada vide sotto un portone un
miserabile in uno stato pietoso. Bisognava
portarlo all’ospedale ma come fare a cari-
carlo sulle spalle senza un aiuto? Subito
l’Arcangelo Raffaele gli apparve, prese il
poverello e lo mise sulle spalle di San Giovanni
il quale riuscì così a raggiungere l’ospizio.
In un’altra occasione non c’era più
pane con cui sfamare i malati e Giovanni
decise di uscire per cercare aiuto. Cominciò
a girare per le strade con la speranza di
trovare qualche benefattore ma invano.
Durante la sua assenza, un bell’adolescente
vestito come San Giovanni entrò nell’infer-
meria, portando un cesto pieno di pani
freschi, che donò ai malati. Quando il Santo
rientrò a mani vuote, desolato al pensiero
che i suoi malati non avrebbero avuto niente
da mangiare, li trovò invece tutti tranquilli
che dormivano beatamente. Siccome lui si
poco capito in questa sua scelta di dedicarsi
a Dio che venne rinchiuso come pazzo
nell’ospedale reale di Granada.
Nel 1539, uscito dall’ospedale
decise di iniziare la sua opera destinata al
soccorso dei poveri e dei malati, degli emar-
ginati in genere, per i quali i posti disponibili
negli ospedali erano sempre insufficienti.
E’ solo col 1546 che si ha notizia dei primi
compagni di Giovanni: Antonio Martin e
Pietro Velasco. San Giovanni morì a Granada
l’8 marzo del 1550 all’età di 55 anni. I suoi
seguaci arrivarono in Italia e si stabilirono
a Roma nel 1584 nell’Isola Tiberina dove già
esisteva un antico ospedale e dove tuttora
risiedono.