San Gaspare del Bufalo
I
miracoli attribuiti a San Gaspare del
Bufalo sono innumerevoli: a Mergo,
una povera «rattrappita» si fa portare al
confessionale di Gaspare, chiedendogli di
guarirla. Egli le dice di farsi condurre a
pregare davanti al quadro di S. Francesco
Saverio. Guarisce prima che vi giunga.
A Veroli, Antonia Calvani, che da anni
soffre di «flussi di sangue» ed è stata
dichiarata inguaribile dai suoi medici, riesce,
tra la folla, ad avvicinarlo e a toccare il
lembo della sua veste; guarisce subito
come l’emorroissa del Vangelo. A Priverno
guarisce una giovane gravemente malata
al petto. Ad Ariccia il Santo procede
portando la Croce da «piantare» a ricordo
della missione. Una donna si accosta al
Merlini con il bambino che non riesce a
camminare. Il Merlini le dice di andare
da Gaspare. Il fanciullo si aggrappa alla
veste del Santo. Il giorno dopo fu visto
giocare e correre con gli altri bambini.
Molti anni dopo il Merlini lo rivide
guarito. A Cori una madre gli presenta la
figlioletta «cionca»; il Santo la benedice e
guarisce. A Mergo un uomo va a trovarlo
e lo scongiura di guarire il figliolo
gravemente malato. Gaspare gli ordina
di donare dodici vesti per i confratelli
di S. Francesco Saverio e il figlio sarebbe
guarito. Non appena li consegnò, il
figlio guarì.
Nel settembre del 1824 fu chiamato
dal parroco D. Felice De Benedictis al
capezzale di un giovane moribondo.
Gaspare asperse con l’acqua benedetta
di S. Francesco Saverio il malato e questi
guari all’istante. Teresa Cecchini, malata
di mente, fuggiva di casa, si strappava le
vesti e commetteva stranezze; fu portata
al suo cospetto. Egli la benedisse e fu
guarita immediatamente. Nel 1829 a
Macerata Feltria guarì Federico Corradini,
che, per la sua malattia mentale, s’era reso
talmente pericoloso, da doverlo chiudere
e tenere incatenato in carcere. Il Merlini
racconta la guarigione operata da Gaspare
a un fanciullo, che, feritosi gravemente a
un ginocchio con la roncola, non avrebbe
mai più potuto camminare in vita sua.
Il P. Barrera dei Dottrinari scrive che a
Pontecorvo un suo alunno, che nulla
riteneva a memoria, allorquando Gaspare
gli teneva le mani sul capo, ricordava
tutto. Fermò con mano benedicente un
contadino che dal cavallo imbizzarrito
stava per precipitare in un burrone. A
Giambattista Pedini, che era a letto con
alte febbri da vari mesi a Frosinone,
comandò di alzarsi e partire immediata-
mente per Roma. L’infermo, senza fare
alcuna rimostranza, ubbidì e guarì subito.
Michele De Mattias di Vallecorsa nel
1827, non essendo riuscito a ottenere il
permesso di piantare il tabacco in un
terreno di sua proprietà, per non perder
l’annata, vi piantò granturco. Quando il
granturco era già cresciuto, il permesso
arrivò. Ne parlò a S. Gaspare, il quale
gli consigliò di distruggere il granturco
e piantarvi il tabacco, perché avrebbe
guadagnato di più. Sebbene la piantagione
fosse avvenuta in ritardo, il tabacco raccolto
in quel fondo fu il migliore e il più
abbondante di tutti gli altri coltivatori
del luogo.