(150-215 circa) dedicò alcune pagine agli
inf lussi del demonio sull’uomo: “I maghi,
poi, si vantano perfino di avere i demoni come
servitori della loro empietà, essendoseli
assegnati come loro personali domestici,
poiché li hanno resi con la forza loro schiavi
mediante le loro formule magiche. Per di più
le nozze degli dèi, le loro procreazioni di figli,
i loro parti, che tutti ricordano, gli adultèri,
che sono cantati dai poeti, i banchetti, che
sono messi in ridicolo dai commediografi, e
le risate durante il convito, presentate dai
vostri poeti, mi spingono a gridare anche se
ho voglia di tacere: ahimé, quale empietà!
Avete trasformato il cielo in una scena, e
tutto ciò che è divino è diventato per voi
componimento teatrale e sotto la maschera
dei demoni avete ridicolizzato ciò che è santo,
beffeggiando n tal modo la vera èmpietà
mediante la superstizione. (IV, 58,3)”.
Un invito ad adorare solo Dio e non
gli idoli, servi del demonio: “Oh quanto più
felici degli uomini, che vivono nell’errore,
sono invece le bestie! Come voi, esse vivono
nell’ignoranza, ma non alterano la verità: tra
gli animali non vi sono adulatori di alcun
tipo; i pesci non adorano i demoni, gli uccelli
non venerano gli idoli: essi guardano affascinati
soltanto il cielo, poiché non possono giungere
alla conoscenza di Dio, in quanto giudicati
indegni della ragione. Non vi vergognate
perciò di essere diventati voi stessi più
irragionevoli anche degli animali irragione-
voli, voi che avete trascorso tante età della
vita nel rifiuto di Dio? Siete stati fanciulli,
quindi adolescenti, poi giovani, quindi
uomini, ma buoni, mai! Se almeno aveste
rispetto della vostra vecchiaia, ora che siete
arrivati al tramonto della vita, divenite saggi
e, anche se al termine della vita, riconoscete
Dio, affinché il termine della vita costituisca
per voi principio di salvezza. Siete invecchiati
nel culto dei demoni, ridiventate giovani nel
culto di Dio: Egli vi accoglierà come fanciulli
innocenti (X, 108, 1-3)”.
Una parola di confortano per quanti
vivono con coerenza la fede: “E non sapete
che questa è la cosa più vera di tutte, che
cioè i buoni e i timorati di Dio, poiché hanno
onorato ciò che è buono, otterranno la buona
ricompensa; al contrario quelli che sono
cattivi avranno la punizione che meritano, e
che sul capo del principe del male è sospeso
il castigo. Certamente è a lui che il profeta
Zaccaria rivolge la minaccia: “Faccia vendetta
su di te “il Signore” che si è scelto Gerusalem-
me. Non è forse costui un tizzone sottratto al
fuoco?” (Zc 3,2). Qual è dunque, questo
desiderio ardente di morte volontaria che è
ancora innato negli uomini? Perché mai essi
sono rifugiati presso questo tizzone in grado
di procurare la morte, insieme al quale sa-
ranno bruciati, mentre invece sarebbe stato
loro possibile vivere bene secondo Dio e
non secondo la tradizione? (X, 90, 1-2)”.
I
l celebre teologo Clemente Alessandrino

