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eata Maria Fortunata Viti
1827-1922
Nasce a Veroli il 10 febbraio 1827.
Educata al santo timor di Dio dalla madre
che morì quando lei aveva solo 14 anni.
Nel 1851 decise di entrare come
Suora conversa nel Monastero Benedettino
della sua città natale. Qui rifulsero piena-
mente le sue nobili ed esemplari virtù e la sua
grande semplicità d’animo. Durante la sua
lunga vita non conobbe che il lavoro assiduo
e la preghiera costante. Invocava il Signore
con tale trasporto e dedizione da edificare
vivamente le sue consorelle. Ammirando le
bellezze della natura soleva spesso esclamare
con amore: «Potenza e carità di Dio!»
che rimase la sua frase prediletta. Dedicò le
preghiere ed i sacrifici in particolar modo
ai miseri, ai derelitti e per la redenzione dei
per raggiungere la cappella quando improv-
visamente, il passaggio divenne tutto buio,
e una densa nebbia calò tutto intorno
assieme ad un odore talmente nauseabondo
che a stento riusciva a respirare. Capendo
che era opera del diavolo invocò subito il
Santo Nome di Gesù facendo con confidenza
il segno della croce. Immediatamente il
demonio e l’odore nauseabondo sparirono.
Spesso il demonio l’apostrofava chiamandola
folle, ignorante. La beata Maria confidò alle
sue consorelle che il diavolo la infastidiva
sia di giorno che di notte deridendola e
menandola per provarla nella pazienza e
nell’umiltà. Il suo confessore, Padre Giovanni
Pasqualiti, scrive: «Con le lacrime negli
occhi, suor Fortunata mi confidò come il
demonio la insultasse con le più vili e basse
espressioni. Spesso la menava e la molestava
ma lei non disperava mai. Questi insulti
divennero sempre più frequenti quando la
Santa era prossima a morire. Molti di questi
disturbi furono uditi e testimoniati anche
dalle sue consorelle».
peccatori. Morì santamente il 20 novembre
1922. Il demonio tentò spesso di disturbarla
nelle sue preghiere e nei suoi doveri. La Beata
racconta che una volta si era incamminata