S
anta Caterina (Vigri) da Bologna
1413-1463
Caterina Vigri
nasce a Bologna l’8 settembre 1413 da una
nobile famiglia. Viene educata nella corte Estense,
che in quel tempo toccava l’apogeo del suo splendore.
Ma proprio qui germoglia in lei la vocazione
alla vita consacrata: giovanissima entra tra le
Clarisse a Ferrara.
Nel 1456 fonda a Bologna il monastero
del Corpus Domini. Muore il 9 marzo 1463.
Caterina fu spesso favorita da celesti visioni
ma dovette subire molto spesso anche gli
attacchi del demonio. Una volta «essendo
assalita da una suggestione mentale, e com-
prendendo che in quella era presente il
demonio, gli parlò con grande ardire: “Sappi,
e in essa aveva posto tutta la sua sollecitu-
dine. Perciò il suo nemico, per mezzo di
quella, cercò di ingannarla e cominciò a
metterle nel cuore pensieri sempre diversi
contro l’obbedienza, a tal punto che quasi
su ogni azione e parola della sua abbadessa
le venivano in mente giudizi e mormorazioni.
Questo le causava una grandissima pena e
o maligno, che non mi potrai dare alcuna
tentazione che io non conosca”. Ma Dio,
volendola in ciò umiliare e dimostrare che il
nemico era più malizioso e astuto di lei, per-
mise un sottile inganno, cioè che il diavolo
stesso le apparisse in figura della Vergine
Maria e le dicesse: “Se allontani da te l’amore
vizioso io ti darò quello virtuoso”. Credendo
anche lei che le fosse apparsa la Madre di
Cristo, dopo che sparì cominciò a pensare
che cosa volesse dire quello che la Vergine
Maria le aveva detto. Aveva pensato, per occulto
inganno, che voleva dire di allontanare da
sé l’amore della propria sensualità e del
proprio parere. Per questa ragione mise
rinnovato impegno nell’ubbidire alla sua
abbadessa senza alcun discernimento né
cura di se stessa, così come era abituata a
fare fin dal principio della sua conversione;
tuttavia più che tutte le altre virtù amava e
desiderava quella della vera e santa obbedienza
amarezza e si accusava spesso con grande
vergogna con la sua abbadessa; non cessava
però la battaglia... E allora, ritornando
all’arma dell’orazione, riceveva un po’ di
conforto, così che non acconsentiva comple-
tamente; provava, tuttavia, grande amarezza
pensando per questa ragione di essere in
disgrazia della Vergine Maria, poiché le
aveva detto di allontanarsi dal suo parere e
lei pensava ogni giorno il contrario. Così la
religiosa giunse a una grande disperazione,
non pensando che questo fosse causato da
istigazione diabolica, ma soltanto da se
stessa. Trascorse ancora molto tempo in
tanta sofferenza, finché Dio, permise che
ella sapesse che le suddette apparizione
venivano dal diavolo, e che Dio aveva
concesso ciò per farla giungere ad una
grande conoscenza di sé. Così, diventò
alquanto esperta degli inganni diabolici e ne
acquisì una grande umiltà».