S
an Domenico Savio
1842-1857
Domenico Savio
era molto devoto degli Angeli Custodi che
non mancava mai di pregare.
Una delle sorelle di San Domenico,
Teresa, interrogata sotto giuramento nel
Processo Apostolico del fratello, il 26 gennaio
1915 raccontò: «Ricordo che mia sorella
Raimondina mi narrava che quando era ancora
fanciulletta, cadde in un piccolo stagno
pieno d’acqua e minacciava di annegare.
Mio fratello (Domenico) si slanciò e la trasse
in salvo. Interrogato da alcune persone che
erano presenti come avesse fatto a salvarla
mentre egli era in corporatura assai più esile
della sorella assai sviluppata, egli rispose:
Non è colle sole mie forze che sono riuscito,
poiché mentre con un braccio tenevo la
evitare il peccato, come un grande nemico
che ci ruba la grazia di Dio e la pace del cuore,
di adempiere esattamente i nostri doveri».
Fedelissimo al suo programma,
sostenuto da un’intensa partecipazione
quotidiana ai Sacramenti e da una filiale
devozione a Maria, fu da Dio colmato di
doni e carismi. L’8 Dicembre 1854, procla-
mato il dogma dell’Immacolata da Pio IX,
Domenico si consacrò a Maria e cominciò
ad avanzare rapidamente nel cammino di
santità. Nel 1856 fondò tra gli amici la
“Compagnia dell’Immacolata” per un’azione
apostolica di gruppo. Mamma Margherita,
sorella, dall’altra mano ero aiutato dal mio
Angelo Custode (S.P., p.218)».
Domenico nasce il 2 Aprile 1842 a
S. Giovanni di Riva, presso Chieri (Torino).
Quando fece la Prima Comunione
a sette anni tracciò il suo progetto di vita:
«Mi confesserò molto sovente e farò la
comunione tutte le altre volte che il confes-
sore mi darà licenza. Voglio santificare i
giorni festivi. I miei amici saranno Gesù e
Maria. La morte ma non peccati». Accolto
dodicenne da D. Bosco nell’Oratorio di Torino,
gli chiese di aiutarlo a “farsi santo”. Sempre
gioioso e sereno, cercava di compiere con
impegno tutto ciò che faceva: dallo studio,
all’aiuto ai compagni, insegnando loro il
Catechismo, assistendo i malati.
Un giorno disse ad un compagno
appena arrivato all’Oratorio: «Sappi che
noi qui facciamo consistere la santità nello
stare molto allegri». Procuriamo «soltanto di
che era scesa a Torino per aiutare il figlio
sacerdote, un giorno gli disse: «Tu hai molti
giovani buoni, ma nessuno supera il bel
cuore e la bell’anima di Savio Domenico». E
spiegò: «Lo vedo sempre pregare, restando
in chiesa anche dopo gli altri; ogni giorno
si toglie dalla ricreazione per far visita al
SS.mo Sacramento... Sta in chiesa come un
angelo che dimora in Paradiso». Domenico
morì a Mondonio il 9 Marzo 1857.