S
an Giovanni Francesco Régis
1597-1640
San Giovanni Francesco Régis
nel corso della sua vita nutre una grande devo-
zione nei confronti degli Angeli e, soprattutto,
del suo Angelo custode, al quale affida tutte
le sue buone opere perché le presenti a Dio.
E’ solito passare davanti a una chiesa
invocando l’Angelo custode della chiesa stessa
o della parrocchia e gli Angeli dei suoi abitanti.
Così, quando passa davanti a un cimitero,
chiede l’aiuto a tutti i morti lì sepolti e prega
per loro, benedicendo il luogo.
Un giorno, mentre cammina sente
una mano invisibile che lo trattiene e che gli
impedisce di andare avanti. In quel momento
dalla finestra di una casa vicina sente che
qualcuno lo chiama, perché vi è una persona
peste, all’assistenza dei colpiti dal morbo.
Terminata l’epidemia, inizia le missioni fra i
poveri delle campagne venendo incontro ai
loro bisogni: povertà, ignoranza religiosa e
miseria endemica. La sua attività si svolge
soprattutto, nella zona del Vivarais e del Velay.
Celebre è la sua grande catechesi compiuta a
Le Puy. Percorre a piedi predicando e cate-
chizzando quasi mezza Francia, in particolare
le zone di montagna. Trascorre delle giornate
intere in confessionale, nel “santo tribunale di
moribonda. Corre ed entra nella casa appena
in tempo per confessare il moribondo e per
amministrargli i Sacramenti. E’ stato proprio il
suo Angelo custode a trattenerlo in modo da
aiutare il moribondo a riconciliarsi con Dio.
San Giovanni Francesco Régis nasce
a Fontcouverte in diocesi di Narbona, in
Francia, il 31 gennaio 1597, da una famiglia
cattolica. Ancora adolescente, si sente portato
per le cose di Dio e per lo studio. Nel 1616
entra così nel Collegio dei Gesuiti di Bezieres.
Compreso che Dio lo chiama nella Compagnia
di Gesù, si trasferisce a Tolosa per frequentare
il noviziato. Viene inviato a Cahors, dove emette
i primi voti religiosi. E’ poi trasferito a Dillon
con l’incarico di maestro di grammatica. Dopo
tre anni è inviato a Tournon per perfezionare
gli studi di filosofia, e poi di nuovo a Tolosa
per quelli di Teologia. Nel 1630 dopo aver
ricevuto l’ordinazione sacerdotale, si dedica
alla predicazione e, scoppiata un’epidemia di
penitenza”, dimenticandosi perfino di mangiare.
Grazie alla sua mansuetudine riesce a conver-
tire molti eretici e sottrae dal disonore e dalla
disonestà molte persone, raccogliendole in
case apposite.
Il Signore gli fa conoscere che la sua
ultima ora si avvicina, ma lui nonostante sia
fragile e compromesso nella salute, decide
di andare in missione. Purtroppo, durante il
viaggio viene colto dalla febbre e si rifugia
in una capanna fino all’alba. Il 24 dicembre
1640, riesce a raggiungere Lalouveche nel
Sud della Francia, il paese dove è diretto.
Nonostante le cattive condizioni di salute,
vuole ancora predicare, ma deve essere messo
a letto. Ricevuti i Sacramenti e assistito da due
confratelli sacerdoti, muore il 31 dicembre 1640,
mentre vede Colui che “gli apriva le porte del
Paradiso”. Papa Clemente XI lo dichiara Beato
l’8 maggio 1716 e Clemente XII, il 5 aprile
1737, lo proclama Santo.