S
an Martino de Porres
1579-1639
Contemporaneo
e concittadino di santa Rosa,
San Martino de Porres chiese a quindici anni
di entrare nel convento del Santo Rosario di Lima.
Frequenti fenomeni mistici – bilo-
cazione, levitazione, estasi – testimoniarono
a quale grado di unione con Dio l’umile
fratello laico fosse giunto. Impossibilitato a
partire. Eresse un collegio per la gioventù
abbandonata e si valse del suo ascendente
per difendere dalle insidie le giovani prive
di risorse economiche.
Immensa è la devozione che gl’in-
digeni sudamericani nutrono verso questo
Santo. Il Capitolo Generale del 1938 proclamò
fra Martino patrono dei fratelli cooperatori
domenicani.
le scale che portano all’infermeria del convento.
In una mano teneva un braciere e nell’altra
alcuni medicinali. Nel mezzo della scala improv-
visamente gli apparve un mostro orribile.
Quando il Santo gli domandò che cosa stesse
facendo in quel luogo, l’essere mostruoso
rivelò di essere il demonio in persona e confessò
che stava lì per perdere un’anima. San Martino
slacciò allora la sua cintura e cominciò a
frustrare il demonio con la speranza che si
allontanasse, ma ogni suo tentativo risultò vano.
Prese allora uno dei carboni e disegnò con
questo il segno della croce nel muro. Il
Fu solennemente canonizzato da
Giovanni XXIII il 5 maggio 1962.
Uno dei suoi biografi, il domeni-
cano J. Kearns, racconta come la Vergine
Maria spesso gli inviasse degli Angeli. Questi
Angeli si presentavano sempre sotto l’aspetto
di giovani ragazzi con in mano delle candele
accese; lo accompagnavano dal dormitorio
al coro e poi sparivano. Questo privilegio fu
visto e testimoniato da molti confratelli del
Santo. In un’altra occasione i preti e i fratelli
della comunità videro un giorno San Martino
in compagnia di due Angeli che lo assistevano
durante la recita dell’Officio della Vergine
Maria. Un’altra volta il Santo fu visto cammi-
nare nel chiostro del convento in compagnia
di quattro Angeli molto belli che portavano
delle torce illuminate nelle loro mani. Ma
San Martino subì spesso anche gli assalti del
demonio. Celebre è l’episodio che narra di
come un giorno San Martino stesse salendo
tentatore non resistette al segno del Redentore
e scappò via immediatamente. A ricordo di
quell’evento, San Martino il giorno dopo
pose una croce di legno nel punto in cui era
avvenuto l’incontro con il diavolo. Un’altra
volta il diavolo incendiò la cella di San Martino.
Un fitto fumo nero cominciò a fuoriuscire
dalla camera del Santo. Due confratelli,
che si trovavano a passare nel corridoio, si
precipitarono subito nella cella del Santo.
Appena aprirono la porta si trovarono di
fronte a delle fiamme spaventose e tutto
sembrava ormai perso quando improvvisa-
mente scorsero San Martino che pregava in
ginocchio completamente illeso. Il Santo
allora con calma rassicurò i suoi confratelli
facendogli notare che nonostante le fiamme
danzassero intorno ai mobili, non era stato
distrutto niente. Spiegò loro che era un’illu-
sione creata dal demonio per terrorizzarli
e fargli perdere la fiducia in Dio.