S
an Felice di Nola
III
sec.-
IV
sec.
San Felice
fu ordinato sacerdote
da Massimo, Vescovo di Nola, sotto
la persecuzione dell’imperatore Decio.
Le biografie narrano di come Felice
fu imprigionato e legato alle catene e di
come il Vescovo Massimo, dovette rifugiarsi
nel deserto. Passavano molti giorni e Massimo
cominciò a perdere le forze sia per il freddo,
sia a causa della mancanza di cibo. Nel mezzo
della notte un Angelo del Signore apparve
nella prigione a Felice e lo svegliò accecan-
dolo quasi con la sua luce abbagliante.
Inizialmente Felice pensò che stava sognando
ma poi l’Angelo gli ordinò di alzarsi: le
catene a cui erano legate le sue mani e i suoi
piedi caddero a terra, le guardie erano
addormentate e Felice, aiutato dall’Angelo,
poté uscire senza problemi. Insieme attra-
versarono dei sentieri sconosciuti finché
arrivarono nel deserto nel luogo dove giaceva
il Vescovo Massimo in fin di vita. L’anziano lo
riconobbe subito e lo abbracciò calorosamente
anche se le sue forze lo avevano abbandonato
completamente. Apparve allora un grappolo
d’uva sopra di lui il cui succo fu spremuto
dentro la bocca del Vescovo che recuperò
subito le forze e gli disse: «Siete arrivato
tardi, figlio mio; erano giorni che Dio mi
aveva promesso che sareste venuto in mio
soccorso. Riportatemi vi prego al mio gregge».
Felice lo caricò sulle sue spalle e lo riportò ai
suoi fedeli che ormai lo credevano morto.