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arie Thérèse Augustine Noblet
1889-1930
Marie Thérèse Augustine Noblet
nasce il 30 settembre 1889 a Signy l’Abbaye,
e muore come missionaria il 15 gennaio 1930
a Koubouna (Papouasie). Marie Thérèse passerà
la sua vita a soffrire e a guarire “miracolosamente”.
Nel 1921 entrò nella Congregazione delle Ancelle
di Nostro Signore.
Marie Thérèse ebbe un destino vera-
mente straordinario. A più riprese nell’infanzia
si ammalò gravemente. Nell’agosto 1904, appena
compiuti i 14 anni, venne riconosciuta affetta
dal morbo di Pott (Tubercolosi ossea del
rachide), «di natura particolare per l’esistenza
di fenomeni nervosi concomitanti». Venuta
a Lourdes un anno più tardi guarì nel
momento in cui entrava nell’Ospedale
Notre-Dame des Douleurs, al ritorno dalla
Processione del Santissimo. Si fece esami-
nare il giorno successivo all’Ufficio delle
Constatazioni Mediche ed in seguito si
fece seguire per un anno dal suo medico di
famiglia. Più nessuna traccia né di dolori, né
di deformazione e nemmeno di limitazione
dei movimenti. Tre anni più tardi, dopo
essere stata visitata di nuovo, da parte di una
Commissione nominata dal Cardinale di
Reims, venne riconosciuta come miracolata.
Dotata di una grande mistica, le apparve la
Madonna a Lourdes che le spigò il valore
delle sofferenze e delle malattie. Ebbe spesso
anche frequenti contatti con gli Angeli.
Durante il suo soggiorno in Papouasie,
Marie-Thérèse beneficò spessissimo di
Comunioni angeliche. Essa stessa scrive
nel suo Diario: «Questa mattina, il Pade
Aumônier ha la febbre: quindi nessuna
Santa Messa. Molto tristemente sono restata
nella cappella, supplicando gli Angeli di
avere pietà di questa loro figlia, veramente
spossata da una notte di torture. Ed ecco che,
dolcemente, il mio cuore cominciò a sentirsi
sempre più commosso. Intesi un piccolo
brusio e vidi il mio Angelo avanzare con una
piccola Ostia che posò sulla mia lingua».
Un’altra volta, l’Angelo gli prestò
la sua voce per leggere la meditazione alle
sorelle della comunità perché Marie Thérèse
era rapita in estasi. Una volta il suo Angelo la
spinse per il gomito per svegliarla dall’estasi
poiché si era scordata di suonare il segnale
che avvertiva le sue consorelle che era l’ora
della ricreazione.