S
an Giovanni da Matera
1070-1139
Nacque verso il 1070 a Matera da una
nobile famiglia. Ancora giovane abbandonò
tutto ed abbracciò la vita monastica. In seguito
fondò l'abbazia di Pulsano dietro l’invito
della Madonna e di San Michele Arcangelo
che gli erano apparsi.
Attorno a lui si raccolsero monaci
ed eremiti che diedero vita ai «Pulsanesi»,
ispirati alla regola di San Benedetto. Morì a
Foggia nel 1139. La sua vita fu costellata
da numerose visioni angeliche ma anche da
feroci attacchi del demonio. Qui di seguito
riportiamo tre brani tratti dalla sua biografia
in cui il Santo difese dei suoi fedeli dagli
attacchi del demonio:
«Un giovane, per ottenere una
donna, vendette l’anima al diavolo: ma,
rattiepidito, se ne pentì. Il demonio, deside-
roso di quell’anima, lo precipitò allora in un
burrone, dove al poveretto apparve un monaco
venerando, che lo ammonì e gli consigliò
di recarsi a Pulsano per ricevere salutari
consigli. Egli, salvo per miracolo dal precipi-
zio, ci andò e quale non fu il suo stupore
a riconoscere nel nostro Abate il monaco
che gli era apparso laggiù nel burrone. Gli
s’attaccò ai panni e ne volle l’abito e visse
nell’Ordine umile e santo e tale morì».
E ancora: « Sabino, affezionato a lui
e già molto suo intimo, era agli estremi. I
monaci intorno al suo letto ne attendevano
in lacrime la morte, quand’egli fu rapito in
estasi. Rinvenuto, narrò che gli pareva di
esser morto e di essere stato acciuffato da
due orridi diavoli che lo volevano trascinare
all’inferno. Apparve allora San Giovanni,
che con un fiero cipiglio tentò di strappare
loro la preda. Questi gli s’avventarono
addosso: il Santo con piglio risoluto si fece
loro contro: i demoni, data la loro arroganza,
tentarono di dimostrare, sfogliando un loro
libraccio, che il monaco meritava la pena
eterna. Il Padre, alla rivelazione di alcuni
mancamenti da lui commessi, restò perplesso;
quand’ecco sopraggiungere la Vergine Santa,
che, accortasi del servo di Dio, scacciò i
demoni, liberò il malcapitato e disparve. Il
Padre intanto avvertì il frate che ammonisse
due suoi compagni di pentirsi di alcuni loro
peccati, se non volevano finir male. Dei due
uno confessò umilmente la colpa e perseverò
nel bene, l’altro negò e finì male».
In un’altra occasione liberò i suoi
frati da un’infestazione diabolica: «Nella
selva i monaci lavoravano per abbattere e
squadrare alcuni tronchi; il Padre non era
con loro. Ed ecco una turba di soldati si
gettò loro addosso. Ma non erano soldati ma
dèmoni. D’un tratto indietreggiarono a loro
volta, poiché San Giovanni era accorso in
loro aiuto. Figuratevi come i figli gli si fecero
attorno. Ma il dolce Padre, confortatoli di soavi
ammonimenti, sparì. I monaci allibirono. Uno
di essi il giorno dopo tornò al monastero e
narrò quant’era accaduto. L’uomo di Dio
con le braccia levate ringraziò il Signore e
ribadì che non per i suoi meriti, ma per i
meriti della loro obbedienza aveva il Signore
operato un tale miracolo».