S
an Domenico di Guzmán
1172 c.a.-1221
Le prime cronache della vita di San
Domenico narrano di un episodio miracoloso,
nel quale i protagonisti sono gli Angeli.
Si tratta di un evento che ha lasciato
una traccia indelebile nelle memorie dei
primi frati domenicani e che si è tramandato
di generazione in generazione. Riportiamo
la versione scritta da Umberto de Romans
nella “Legenda Sancti Dominici” scritta dopo
il 1235:
“Il miracolo dei pani”
. «Dimoravano a
quel tempo in San Sisto di Roma i frati
Predicatori. Non ancora molto conosciuti,
erano molto poveri, spesso non avevano
neppure il minimo necessario. Un giorno
accadde che l’economo fra Iacopo del
Miele, romano, non aveva pane da mettere a
tavola per i frati. Furono inviati frati alla
subito si ritirarono. Nessuno ha mai saputo da
dove venissero e dove andassero. Scomparsi
i due giovani, San Domenico stese la mano e
disse: “Ora mangiate, frati miei!”. Tutto
accadde per benevolenza divina e per i meriti
del servo di Dio Domenico; nessuno ne ha
mai dubitato. Lo testimoniano ancora molti
dei frati lì presenti tuttora viventi». Allo
stesso modo, Iacopo da Varazze (+ 1298),
nella Legenda Aurea, scritta nel XIV secolo,
riferisce lo stesso episodio, nel quale viene
evidenziato lo stupore e la meraviglia dei
frati che vedono improvvisamente questi
Angeli che si pongono a servire in refettorio.
questua; bussarono a molte case, come al
solito, ma riportarono in convento poco
pane, anzi pochissimo. Avvicinatosi il tempo
della refezione, l’economo fece presente al
servo di Dio Domenico, allora in casa, come
stavano le cose. Gioioso e brioso, Domenico
rese grazie al Signore; confortato da sovran-
naturale fiducia, diede ordine di servire a
tavola il poco pane a disposizione e spartirlo.
Circa quaranta erano allora i frati in convento.
Suonò la campana, i frati vennero in refettorio
e recitarono la preghiera della mensa a voce
gioiosa. Sedettero a tavola secondo l’ordine.
Mentre spezzavano sorridenti il bocconcino
di pane ritoccato a testa, ecco due giovani
entrare in refettorio, simili d’aspetto e simili
di veste; portavano, appese al collo, bisacce
ripiene di pani, tali e quali a quelli che il
fornaio usava cuocere e inviare. Deposero in
silenzio i pani a capo d’un tavolo della mensa,
là dove sedeva l’uomo di Dio Domenico, e
Nella vita di San Domenico vi
furono anche molti episodi di lotte contro il
demonio, tra le quali quella avvenuta nella
chiesa del convento di Bologna in cui il
diavolo gli disse: «In coro i frati li faccio
arrivar tardi; in dormitorio li faccio dormi-
glioni e svogliati; a refettorio abbuffo gli uni,
denutro gli altri; del parlatorio sono padrone
assoluto, e i frati li esercito alla chiacchiera e
alla fatuità». San Domenico allora portò a
forza il diavolo al capitolo conventuale, ma
questi rifiutò d’entrarvi, dicendo: «È il luogo
della mia sconfitta. Qui i frati si confessano,
si emendano, si rigenerano. Quel che
altrove guadagno, qui tutto lo riperdo!».