B
eata Maria Fortunata Viti
1827-1922
Suor Maria Fortunata Viti,
al secolo Anna Felice, nacque a Veroli il
10 febbraio 1827. A 24 anni entrò tra le monache
benedettine nel monastero di S.Maria a Veroli.
Per tutta la sua vita fu guardarobiera e trascorse
la sua vita da religiosa a rammendare e a stirare.
Morì nel 1922.
Suor Maria Fortunata aveva una
grande fiducia nei confronti del suo Angelo
custode, a cui affidava il bene delle anime
che incontrava, quando la carità fraterna lo
esigeva. Aveva una grande familiarità col
suo celeste protettore, che cercava sempre
di aiutarla. Spesso succedeva che le sue
consorelle rimanevano sorprese dal fatto
che Suor Maria conoscesse le cose in anticipo,
e quando le domandavano come avesse fatto
a saperlo, lei rispondeva con molta semplicità
e convinzione: «Il mio Angelo custode me
l’ha detto». Un giorno, le sue consorelle la
videro preparare 12 letti. Poco dopo, 12 ospiti
inattesi bussarono alla porta del monastero.
Il suo Angelo custode le aveva infatti comu-
nicato in anticipo l’arrivo di questi ospiti.
Un altra volta, una monaca testimoniò
durante il processo di beatificazione di
Suor Maria Fortunata il seguente episodio:
«Avevo uno zio che ogni tanto mi veniva a
trovare. Poiché sapeva che Alfonso, il fratello
di suor Maria Fortunata, viveva nell’indigenza,
mi regalava abitualmente una elemosina di
cinque lire che io davo alla suora con il
consenso della Madre Abbadessa, per suo
fratello. Mio zio era venuto come di consueto
a trovarmi e mi aveva lasciato cinque lire per
Alfonso. Volevo darle a Suor Maria subito,
ma mi passò di mente e li lasciai distratta-
mente dentro un piccolo cassetto. Qualche
giorno più tardi, Suor Maria Fortunata
venne a trovarmi e mi domandò i soldi
destinati a suo fratello. Io le dissi: “Voi vi
sbagliate, non ho ricevuto niente da mio
zio”. Poi ci pensai su e le dissi che questo
denaro glielo avevo già dato. Allora Suor
Maria mi rispose con un grande sorriso: “Per
piacere, non prendetevela male se vi dico
dove l’avete lasciato il denaro. E’ dentro il
cassetto di cui voi avete la chiave”. Io le
risposi: “Bene, rimanete con me e prendete
questo denaro se lo troverete!”. Ed ecco che,
appena aprì il cassetto, scorse le cinque lire
destinate al fratello … L’ aveva riferito il suo
Angelo custode a Suor Maria». Il demonio
cercava di distoglierla dalla preghiera e dai
suoi doveri continuamente arrivando anche
a menarla. Vedendo però che non riusciva
in alcun modo nel suo intento escogitò un
nuovo piano. Un giorno, mentre la Beata si
stava recando in chiesa per pregare, fece
scendere tutt’intorno a lei una nebbia
densissima da cui esalava un odore spaven-
toso che le toglieva il respiro. Il Signore
però le fece intuire che il fenomeno era
provocato da un’illusione diabolica. Suor
Fortunata allora fece il segno della croce,
invocò il Santo Nome di Gesù, e l’illusione
scomparve.