S
an Nicola da Flüe
1417-1487
Il Patrono della Svizzera,
San Nicola da Flue, ha subito molte violenze
da parte del demonio. Fin dagli inizi della
sua vita eremitica, egli deve respingere le botte
e gli assalti del maligno.
Il nemico cerca in tutti i modi di
dissuaderlo di proseguire la sua condotta asce-
tica e orante, tanto che un giorno racconta che
il demonio si traveste da gentiluomo e inizia a
dibattere con lui. Il diavolo gli appare «in veste di
gentiluomo, in abiti riccamente ornati, montando
un bel cavallo; dopo un lungo colloquio, egli gli
aveva consigliato di rinunciare al suo proposito
e di fare come gli altri, perché non avrebbe potuto,
in tal modo, meritare la vita eterna». Il Santo non
cade nel tranello e continua la sua vita penitenziale
Comprende allora che Dio lo chiama a lasciare
tutto e a seguirlo. Egli chiede allora tre grazie:
ottenere il consenso della moglie Dorotea e dei
figli più grandi (il maggiore ha 20 anni e può
diventare capofamiglia, ma l’ultimo nato era di
appena 13 settimane), non provare in seguito
la tentazione di tornare indietro e infine, se Dio
lo avesse voluto, poter vivere senza bere e senza
mangiare. Tutte le sue richieste vengono esau-
dite. Il 16 ottobre 1467, nella festa di S. Gallo,
dopo aver salutato Dorotea che egli avrebbe
Cella dove visse come eremita
ed eremitica. Un testimone racconta che «spesso
il demonio invadeva la cella con un fracasso
tale che sembrava che tutta la costruzione stesse
per vacillare. A volte, presentandosi sotto orribili
forme, gli si aggrappava ai capelli e lo tirava
fuori malgrado la sua resistenza».
Ma San Nicola non si dà mai per vinto,
anzi raddoppia la preghiera e la fiducia nel
Signore, certo che se la furia del demonio si
abbatte su di lui, la grazia non gli verrà mai meno.
San Nicola nasce a Flüeli, nella regione
dell’Obwald in Svizzera, nel marzo del 1417. E’
un onesto contadino che viene chiamato ad
essere magistrato e giudice del suo Cantone.
Ha abbandonato la carica per non essere riuscito
a ottenere l’abolizione di una sentenza da lui
ritenuta ingiusta. E’ sposato e ha dei figli, quando
all’età di cinquanta anni, sente la voce di Dio.
Un giorno, mentre prega per chiedere a Dio la
grazia della contemplazione, vede una nuvola
dalla quale esce una voce che gli comanda di
abbandonarsi interamente alla volontà divina.
chiamato sempre «sua carissima sposa» e i figli,
si mette in cammino come un pellegrino.
Giunto alla località di Liestal, nel cantone di
Basilea, un contadino lo convince a fermarsi lì.
La notte successiva, mentre sta per addormen-
tarsi, «vennero dal Cielo una luce e un raggio che
gli trafissero le viscere, come se un coltello lo
avesse colpito». Rimasto turbato, torna indietro
e decide di sistemarsi nel prato del Ranft, in
una valle non lontana da casa sua. Per venti anni
rimane in quel luogo, vivendo in una piccola
cella fatta di assi, vicino alla quale gli abitanti
del villaggio costruiscono una cappella. Gli
abitanti del Cantone, ammirati dal suo digiuno
assoluto, infatti si ciba solo di Eucaristia, e visto
il crescere della fama della sua santità, ricor-
rono a lui per chiedere consigli. La sua azione
produce la pacificazione tra le varie città e a
tutti affida il suo messaggio: «In tutte le cose
la misericordia vale più della giustizia».
Muore il 21 marzo 1487. Pio XII lo canonizza
nel 1947.