B
eata Maria Bernarda
(Verena Butler)
1848-1924
Nata nel 1848 nel canton Argovia,
la religiosa svizzera entrò nel convento
cappuccino di Maria Ausiliatrice ad Altstätten
nel 1867.
Dopo la professione dei voti nel 1871,
fu insegnante e in seguito sorvegliante,
superiora delle novizie nel 1879 e superiora
nel 1880. Nel 1888 partì assieme a sette
consorelle per l’Ecuador. Si stabilì nella
diocesi di Portoviejo, dove si occupò della
scuola e dell’assistenza ai malati. Nel 1895, a
causa di disordini politici, trasferì le attività
a Cartagena, in Colombia. La comunità crebbe
rapidamente, impegnandosi su più fronti:
catechismo, educazione, cure ai malati, assi-
stenza ai poveri. Nel 1912, la comunità venne
riconosciuta dall’autorità vescovile e nel 1938
prese il nome di Congregazione delle Suore
Francescane Missionarie di Maria Ausiliatrice.
Madre Bernarda trattava con grande fami-
gliarità con gli Angeli e in particolare con
il suo Angelo custode e i Santi Arcangeli
Michele, Gabriele e Raffaele. Una volta
l’Arcangelo San Michele le si manifestò in
un modo nuovo: durante gli esercizi del
1922, il “Grande Santo Angelo”, come lei
soleva chiamarlo, le apparve per la prima
volta e le si offrì come guida e protettore. A
cominciare da quel momento, ella camminò
sempre sotto la protezione di questo glorioso
vincitore del dragone infernale, che mai
l’abbandonava. Come un maestro severissimo,
l’ammoniva appena commetteva il più piccolo
errore, ed esigeva da lei severe penitenze per
anche le minime imperfezioni. L’incitava
costantemente a compiere qualunque tipo di
opera buona, e la incoraggiava costantemente
a moltiplicare le preghiere di supplica.
Durante gli ultimi due anni di vita, anni
di purificazioni passive nella notte dello
spirito, la formò a una grande santità, inco-
raggiandola verso le vie della perfezione, ed
aprendogli prospettive sempre più grandi
nel mistero della carità: da parte sua, madre
Bernarda corrispose a questa guida con una
grande confidenza filiale e una profonda
venerazione. Ella lo invitava ad accompa-
gnarla nelle preghiere che faceva per la
Chiesa, i peccatori, i preti e le anime del
Purgatorio dopo aver ricevuto la Comunione.
Suor Maria Bernarda chiamerà questi due
anni durante i quali ricevette la severa edu-
cazione di San Michele “una vera prigione,
ma una prigione che non causava nessuna
angoscia, una prigione che procurava la
gioia e la pace del cuore”. Morì il mattino
del 19 maggio 1924 all’ora precisa in cui ella
soleva ricevere ogni giorno la Santa Comunione,
con una grande pace malgrado le enormi
sofferenze che le aveva causato la sua malattia.
Quando fu riesumato il suo corpo nel
1926, scoprirono che sulla sua fronte era
incisa una croce molto nitidamente, segno
post-mortem della sua strettissima unione
alla Passione del Signore, da cui ricevette
anche le stimmate.