S
an Giovanni Bosco
1825-1888
Nella vita di Don Bosco la presenza dell’Angelo
custode è rappresentata dall’apparizione
di un cane chiamato il Grigio che lo difende dai pericoli.
Durante una sera nebbiosa del
novembre 1854, Don Bosco rientrava a casa.
Era stato a Torino per delle commissioni. Ad
un certo punto, si accorse che due uomini lo
precedevano e lo osservavano. Ogni volta che
cambiava lato della strada su cui camminava,
i due facevano altrettanto. Impauritosi, cercò
di raggiungere una casa vicina e di rifugiarvisi,
ma ormai era troppo tardi: i due corsero verso
di lui e gli coprirono la testa con un mantello.
Mentre lottava con i due uomini, rivolse una
accorato appello al Signore affinché lo salvasse.
Ecco apparire all’improvviso il Grigio che
fermarli. La carrozza, allora, uscì fuori strada
e i passeggeri subirono un incidente. Le
signore, prese dal panico, cominciarono ad
urlare e mentre uno sportello della vettura
si apriva, le ruote sbatterono violentemente
contro delle pietre, provocando il ribaltamento
di tutti quanti erano all’interno della carrozza.
Lo sportello aperto si spaccò in mille pezzi
ed il conducente fece in tempo a saltare giù
dal suo sedile, mentre i passeggeri rischia-
vano di rimanere schiacciati. La moglie
dell’ambasciatore del Portogallo cadde in
terra rischiando di venire travolta e uccisa
cominciò ad abbaiare e si avventò su tutti e
due i malviventi che terrorizzati fuggirono via.
In un altro frangente Don Bosco si trovava
sulle montagne della Liguria. Non riusciva più
ad orientarsi per raggiungere il paese. Invocò
l’Angelo custode ed ecco che all’improvviso
apparve il Grigio, che gli indicò la strada
e lo accompagnò fino al luogo desiderato.
Molto conosciuto è anche l’episodio che
vede protagonista la moglie dell’ambasciatore
del Portogallo. Il 31 agosto 1844 la signora
doveva andare da Torino a Chieti. Prima
di partire, volle confessarsi da Don Bosco. Al
termine della confessione, il Santo le racco-
mandò di recitare per tre volte la preghiera
dell’Angelo custode, perché avrebbe avuto
bisogno della sua assistenza nei pericoli.
Durante il viaggio, all’improvviso i cavalli
della carrozza cominciarono a irritarsi, e si
ribellarono al cocchiere, al punto che non
fu più possibile comandarli, né tanto meno
dallo scalpitio dei cavalli che continuavano a
correre all’impazzata. La signora, allora, si
ricordò delle parole che Don Bosco le aveva
detto al termine della confessione e invocò
il suo Angelo custode. All’improvviso, ecco
che i cavalli si calmarono e il conducente
poté di nuovo controllarli e fermarli. I
passeggeri stravolti dall’esperienza non si
spiegarono come fosse avvenuto l’incidente,
il perché i cavalli si fossero imbizzarriti e come
mai si fossero calmati così all’improvviso.
Alcune risposte le conosceva bene la signora,
la quale ringraziò di cuore il suo Angelo per
avere salvato la sua vita e quella di tutti i
viaggiatori. Fu la fiducia nell’intercessione e
nella protezione degli Angeli custodi che era
stata premiata. La signora non ebbe alcun
dubbio che Don Bosco avesse avuto già la
percezione di quello che sarebbe successo.