S
erva di Dio Maria Bolognesi
1924-1980
Maria Bolognesi
nacque nel 1924 a Bosaro da una famiglia molto povera.
Visse una esistenza piena di difficoltà ma ricca
di doni soprannaturali.
Con la sua morte, avvenuta nel 1980,
lasciò incompiuta la realizzazione di una
casa per convalescenti che venne completata
però in seguito. Nel 1942, ebbe la sua prima
visione di Gesù confermata dal dono di un
anello sponsale e dalla guarigione miracolosa
di una signora sua amica.
Subito dopo cominciò a sperimen-
tare su di sé le stesse sofferenze che Cristo
provò sul Calvario. Prima di mostrarsi a Lei,
Dio lasciò però che attraversasse un periodo
di possessione demoniaca per la sua purifi-
cazione che durò quasi due anni. Per circa
un anno e mezzo Maria si trovò immersa
in sofferenze indicibili, che la segnarono
sia fisicamente che moralmente. L’inizio di
questa possessione risale al 21 giugno 1940.
I suoi biografi descrivono così questo
periodo: « Ella alternava momenti di vita
per così dire normali, ad altri momenti nei
quali in lei si avvertiva una situazione indeci-
frabile. I genitori pensarono di intervenire
su di lei con delle benedizioni. Nel corso dei
mesi, i tentativi messi in atto per liberare
Maria dallo “strano malessere”, furono vari
e molteplici, ma non conseguirono alcun
risultato, anche perché Maria fuggiva terro-
rizzata, sia quando avvertiva la presenza di
un sacerdote, sia quando qualcuno portava
dell’acqua benedetta in casa di lei. Inoltre,
fino all’estate 1941, si notava talvolta in
Maria perfino l’impossibilità fisica di recarsi
in chiesa. Quando, insieme a delle sue
amiche giunse una volta al ponte che si
immetteva sulla strada che conduceva alla
parrocchiale di S. Cassiano, Maria improvvi-
samente si bloccò: le sottane erano tirate
indietro da una presenza misteriosa e, data
l’assenza di vento, anche le compagne di
Maria notarono stupefatte l’effetto fisico di
questa azione invisibile. Nelle loro testimo-
nianze, le giovani affermarono di essere
tornate a casa gridando per lo spavento.
Con l’estate del 1941, papà Bolognesi, riuscì
a bloccare Maria e a farla benedire dal
parroco di S. Cassiano; questa benedizione,
inefficace, fu però seguita, nel corso della
stessa giornata, da una seconda benedi-
zione, impartita dal Vescovo di Rovigo che
non riuscì però a liberarla completamente.
Nei mesi successivi la possessione diabolica
non era più totale come nel passato: Maria
era in grado di pregare, di recarsi in chiesa,
di ascoltare, talvolta, anche la S. Messa; il suo
fisico, però, era stato colpito da repentino
dimagrimento che la “divorava” e “consumava”.
Le sue sofferenze furono indicibili, tanto da
far compassione, ma nessuno la poté aiutare
se non ricorrendo con la preghiera a Gesù,
perché la liberasse Lui da tanto patire. Alla
fine del gennaio 1942, convinta di avere
ancora solo tre giorni di vita, Maria riuscì
a confessarsi e a comunicarsi. «I successivi
tre giorni furono dolorosissimi per lei: per
tre notti consecutive pianse, invocando il
Signore e tutti i Santi del Cielo, che la
venissero ad aiutare... All’inizio del quarto
giorno, finalmente arrivò la guarigione com-
pleta che avvenne in casa dei signori Piva».