B
eata Emilia Bicchieri
1238-1314
Emilia Bicchieri nasce a Vercelli
nel l238. Attratta dalla vita monastica dei Frati
Predicatori a diciott’anni decise di entrare
nell’Ordine.
Grazie all’eredità paterna, nel 1255
acquistò a Vercelli un convento di domenicani
dove stabilì una nuova comunità. Fondò il
Terz'Ordine Regolare Domenicano. Sull'esempio
di San Domenico la Beata Emilia divenne
una maestra nell'orazione.
Morì il 3 maggio 1314. Numerosi
furono gli episodi in cui la Beata sperimentò
l’aiuto degli Angeli. Ne ricordiamo uno in
particolare in cui si vede come gli Angeli
custodi conservino anche la memoria delle
buone azioni e dei sacrifici, anche quelli più
– “Ebbene, Sorella mia, deponete questo
bicchiere d’acqua nelle mani del vostro
Angelo custode che è lì che vi aspetta!”.
La religiosa ubbidì e consegnò il
bicchiere all’Angelo. Pochi anni più tardi
morì improvvisamente e non essendo abba-
stanza perfetta per il Cielo, finì in Purgatorio.
Tre giorni dopo la sua morte, apparve alla
Beata Emilia dicendole: “Non soffro più,
mia Reverenda Madre. Grazie all’aiuto di
quel bicchiere d’acqua che consegnai al mio
Angelo dietro vostro ordine, il mio Angelo
ha estinto il fuoco che mi tormentava”». Se
noi affidiamo al nostro Angelo molti di
questi piccoli sacrifici, quale tesoro accumu-
leremo per la Vita Eterna!
In un’altra occasione, mentre stava
occupandosi di una sua consorella molto
malata, non si accorse del passare del tempo
e arrivò alla fine della Santa Messa, perdendo
così la Comunione. Cominciò allora a
lamentarsi con il Signore di non averlo
potuto ricevere e subito miracolosamente un
Angelo le apparve e le diede la Comunione.
piccoli, che gli uomini a loro affidati com-
piono durante la vita. Leggiamo negli scritti
della Beata Emilia che nel periodo in cui era
stata nominata priora, una delle religiose
che era sotto la sua direzione gli domandò,
un’estate caldissima, il permesso di bere un
bicchiere d’acqua.
– «“Dimenticate Sorella mia, che la regola
vieta di bere a quest’ora?”.
– “Lo so Reverenda Madre, ma ho talmente
sete!”.