Lucia Mangano
ucia Mangano ebbe varie esperienza
con le Anime del Purgatorio, alcune
delle quali rivelò al suo confessore. Nel
1931 Lucia ebbe per la prima volta la
visione del Purgatorio: «Un Angelo mi
condusse in un luogo pieno di fiamme,
ne fui spaventatissima, credendo che fosse
l’inferno; ma invece era il Purgatorio, ove
in mezzo alle fiamme riconobbi e parlai
a… morto poco tempo fa, il quale mi
disse che soffriva molto e mi domandò
suffragi, e mi manifestò che aveva un
desiderio vivissimo di vedere Dio e
sospirava… ed anelava a Dio».
Questa la narrazione di un’esperien-
za avuta il 1° novembre 1934: «Questa
mattina ho avuto la conoscenza che
dovevo pregare per l’anima di un parroco
morto qualche anno fa. Nello stesso
tempo, sentivo nella visione beatifica che
dalla parte superiore della mia anima
usciva come una virtù che scendeva a
consolare quella povera anima; mentre
con la parte inferiore della mia anima
partecipavo alle sue sofferenze. E durante
tutta la giornata ho sofferto così: nella
parte inferiore sentivo un desiderio
vivissimo di Dio, che sembrava mi
accendesse un fuoco in tutta la persona,
e questo fuoco sembrava mi bruciasse
tutta… Questa sera poi, nella grazia della
visione beatifica, ho conosciuto che questa
anima è stata liberata dal Purgatorio,
e nel medesimo istante sono cessate le
sofferenze della mia parte inferiore».
anima partecipasse alle sofferenze delle
Anime del Purgatorio e che sperimentasse
un gran desiderio di Dio. Quel desiderio
vivissimo e quello spasimo sembrava che
m’accendesse un fuoco ardente che mi
consumava tutta e mi faceva soffrire
grandemente. Alle ore tre, circa, mi si è
calmato lo spasimo ed allora ho speri-
mentato come un colpo di saetta che
mi trapassasse il cuore e mi sembrava
proprio di morire; se non si fosse attenuato
quel fuoco e lo spasimo prodotto da
quella specie di saetta, questa mattina
non mi sarei potuta alzare. Mentre la parte
inferiore si trovava in queste dolorose
condizioni, sembrava che dalla parte
superiore, immersa in Dio, si sprigionasse
una virtù che discendeva a consolare le
Anime benedette, e conobbi che quanto
è più accetta a Dio un’anima in Cielo,
tanto maggiore sarà la sua efficacia nel
liberare le Anime Sante del Purgatorio».
Il 15 dicembre 1935, riguardo alla
sorte del defunto parroco, Lucia si rivolse
così al confessore: «Bisogna pregare per
il parroco perché spero che in questa
novena del S. Natale, Gesù se lo porti in
Cielo». Il sacerdote le rispose che avrebbe
celebrato la Messa in suo suffragio il
martedì seguente, ma Lucia aggiunse:
«No, l’applichi domani, perché forse
martedì non ne avrà bisogno». Nel primo
giorno della novena del Natale, infatti,
la Mangano vide che all’ora dell’Ave Maria
il defunto parroco era stato liberato dal
Purgatorio insieme con due religiosi
passionisti.
Il 2 novembre 1934, Lucia raccontò
un’esperienza analoga: «Questa notte mi
sembrava che la parte inferiore della mia
L